Italia: una silenciosa presencia constante en la obra de Manuel de Falla
- Flores Coleto, Álvaro
- Joaquín López González Director/a
Universidad de defensa: Universidad de Granada
Fecha de defensa: 27 de octubre de 2023
- Elena Torres Clemente Presidenta
- Consuelo Isabel Pérez Colodrero Secretario/a
- Christopher Guy Collins Vocal
Tipo: Tesis
Resumen
Questa tesi di ricerca studia il rapporto tra il compositore Manuel de Falla y Matheu (1876-1946) e l’Italia sotto diversi aspetti. Dall’influenza della tradizione musicale italiana all’insegnamento esercitato dal musicista, dalla ricezione della sua opera e alle relazioni personali e professionali sviluppate, il giudizio della critica, la sua presenza sulla scena musicale italiana, i suoi viaggi e le sue implicazioni personali, sociali e persino politiche in un contesto storico molto specifico. La documentazione esaminata a questo scopo proviene da diverse istituzioni: l’Archivo Manuel de Falla di Granada per i materiali personali del compositore, l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee di Venezia che ospita la documentazione sulla gestione della Biennale e l’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, istituzione che cura gli archivi personali, tra gli altri, dei compositori Alfredo Casella e Gian Francesco Malipiero. Da un particolare approccio metodologico —torico-documentario, analisi della stampa, epistolografia, studi comparativi, sociologici, gender studies— i capitoli che compongono questo lavoro sono nati con la vocazione di fornire una risposta a ciascuna delle dimensioni analizzate. Nel primo capitolo, che costituisce la prima parte di questo lavoro, è stata effettuata un’ampia revisione della biografia di Manuel de Falla alla ricerca dei riferimenti alla musica italiana che sono stati trovati sia nella storiografia che nella relativa documentazione. La seconda parte è costituita dai capitoli secondo e terzo, che presentano in dettaglio le informazioni sui viaggi che il compositore fece in Italia, tenendo in conto le motivazioni che lo spinsero ad andarci e le loro conseguenze. Infine, la terza parte è composta da quattro capitoli molto diversi tra loro. Il quarto è stato dedicato all’analisi della ricezione delle composizioni di De Falla nella stampa culturale italiana. Il quinto, invece, presenta i rapporti personali che De Falla strinse con i vari protagonisti della vita musicale italiana a cui fu legato. Il sesto, è stato riservato a svelare le influenze reciproche esercitate tra la tradizione musicale italiana e il compositore, sottolineando le questioni d’insegnamento che sono nate da questa reciprocità. Il settimo e ultimo capitolo indaga la partecipazione politica di Manuel de Falla nei decenni tra il 1912 e il 1932, un momento storico con eccezionali intrecci sociali, politici, culturali e musicali. Questa ricerca si propone di riempire le importanti lacune della storiografia del compositore rispetto all’Italia. Pur avendo individuato altri problemi all’inizio non riconosciuti —perdita e scomparsa di documentazione relativa alla stampa e alla corrispondenza, fundamentalmente— è stato possibile avvalorare la rilevanza che la tradizione musicale italiana ha avuto nell’opera, ma anche nella vita di Manuel de Falla. Un’intera schiera di compositori italiani, antichi e contemporanei, ha segnato l’esistenza stessa del compositore dall’infanzia ai suoi ultimi giorni in Argentina, tra i quali si sono trovati veri amici e collaboratori. Vengono inoltre illustrate le particolari circostanze in cui le sue composizioni sono entrate a far parte del ricco panorama musicale italiano, nonché il ruolo fondamentale svolto dalla stampa, dalla critica, dai rapporti personali sviluppati, dalla corrispondenza intrattenuta e dai viaggi compiuti, tutti soggetti esposti. Le evidenti influenze esercitate su di lui dalla tradizione musicale italiana hanno una componente di retroguardia, e sono stati individuati esempi della sua attiva maestria sia in campo interpretativo che compositivo. Infine, la sempre astuta manifestazione politica del musicista è stata presentata in Italia in termini di collaborazione istituzionale, in cui una linea tenue sembra separare l’innegabile realtà del regime di Mussolini e i particolari successi musicali dell’autore spagnolo.